Voci del Meucci al Museo Monumento al Deportato



Le voci degli studenti del Meucci in un reading al Museo monumento al Deportato per celebrare gli ottanta anni della Festa della Liberazione.

“Non avrei mai creduto di darti tanto dolore” è il titolo di un reading di parole e musiche dedicato alla lettura di testi tratti dalle “Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana ed europea”, che è andato in scena nella Sala dei Nomi del Museo Monumento al Deportato politico e razziale di Carpi, sabato 12 aprile, alla presenza di un pubblico attento e coinvolto.

Le parole di giovani provenienti da diversi paesi sottoposti all’oppressione nazifascista, che esprimono coraggio, dignità e una inesauribile voglia di vita e giustizia, sono state restituite da voci altrettanto giovani di studenti delle classi 5M e 5S del Meucci. Si è creato così un ponte lungo 80 anni tra chi ha dato la vita per difendere un’ideale di Libertà e Giustizia e chi, oggi, gode di quella Libertà. Gli studenti del Meucci, provenienti da diversi paesi del mondo, hanno così dimostrato che la Resistenza è un filo conduttore che ha unito e unisce genti e popoli diversi.

E davvero coinvolti e partecipi sono risultati gli studenti che, alternati a introduzioni del prof. Giovanni Tesio e a brani musicali interpretati dalla cantante Joana Gjoni e dal pianista Vincenzo Pugliese, hanno letto le lettere ed espresso commenti molto positivi sull’esperienza.  “E’ importante coinvolgere i giovani nel continuare a tenere vigile la memoria”, ha detto Assunta, una delle giovani lettrici del Meucci; “per me leggere pubblicamente la lettera di un partigiano è stata un’occasione per condividere con altri una pagina dolorosa del nostro passato”, ha aggiunto Zohaib; “le lettere mi hanno coinvolto profondamente a livello emotivo”, dice Ammara e anche Khadija afferma di essersi “emozionata e commossa per la responsabilità di dare voce a un uomo che ha perso la vita, questa esperienza mi ha fatto sentire parte integrante del mio paese”.  Infine le parole di Matteo: “è sbocciata un’empatia tra me e Renzo (il giovane partigiano autore delle lettere), porterò questo momento sempre nel cuore”. 

Un grazie va dato alla Fondazione Fossoli, organizzatrice dell’evento, in particolare alla presidente Manuela Ghizzoni e a Marika Losi, che ha anche curato la parte didattica del progetto.

Un ulteriore appuntamento per celebrare la Festa di Liberazione è lo spettacolo “Ottanta voglia di Libertà. Dalla notte all’alba della democrazia” in programma all’Auditorium S. Rocco il 24 aprile, a cui assisteranno 4 classi del Meucci.

 

Le docenti: Valeria Pignatelli e Susanna Pedrazzini

Reading al Museo monumento al Deportato
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